a cura dell’OSSERVATORIO DEMOCRATICO SULLE NUOVE DESTRE
Già nel “Rapporto sulla criminalità 2006”, curato dal Ministero dell’Interno, come nella “Relazione sulla politica informativa e della sicurezza” del 2° semestre 2006, approntato dalla Segreteria generale del Cesis (l’ex comitato di coordinamento dei servizi segreti), si erano dedicate diverse pagine alle organizzazioni neofasciste, denunciando, da un lato, “lo spiccato profilo aggressivo con il compimento di atti di intimidazione violenta” e di “deriva oltranzista”, dall’altro, “atteggiamenti razzisti sfociati in episodi ed atti di vandalismo d’impronta antislamica”, nonché “rinnovate pulsioni antisemite”.
Nell’ultima “Relazione sulla politica informativa e della sicurezza”, presentata a Roma il 29 febbraio 2008, si è, infine, portata l’attenzione sulle “saldature” in corso tra estremisti di destra e ultras delle curve, all’origine, a loro volta, di gravissimi fatti di violenza.
Va rilevato, in questo quadro, come in soli due anni, tra il 2006 e il 2007, si siano registrati in Italia circa duecento episodi, protagonista l’estrema destra, la metà dei quali vere e proprie aggressioni fisiche ai danni soprattutto di militanti di sinistra e di giovani dei centri sociali, a seguire di immigrati extracomunitari, omosessuali e zingari. Nel corso di una di queste circostanze, il 27 agosto 2006, rimaneva ucciso a Focene, nei pressi di Roma, Renato Biagetti di 26 anni, raggiunto da più coltellate. Altrettanto numerosi gli attentati e gli assalti alle sedi di partito e nei confronti dei centri sociali, in alcuni casi utilizzando anche ordigni esplosivi. Difficilmente quantificabili, invece, i vandalismi nei confronti delle lapidi e dei monumenti partigiani, purtroppo ormai così frequenti e diffusi su tutto il territorio nazionale da rendere quasi impossibile un puntuale monitoraggio. A partire dall’estate scorsa si sono comunque avviate o sono giunte a conclusione numerose indagini giudiziarie riguardanti l’estrema destra. Nelle pagine seguenti si allega un breve prospetto. Da esso è possibile ricavare alcune tendenze:
- l’adesione in modo trasversale a posizioni esplicitamente razziste e antisemite da parte dei militanti delle organizzazioni della destra radicale italiana;
- l’acquisizione di miti e modelli non più solo provenienti dalla storia della Rsi, ma direttamente dal nazismo, con l’utilizzo sempre più marcato di effigi e simboli tratti dalle Ss e dal Terzo Reich;
- l’esaltazione e il ricorso sistematico alla violenza nei confronti degli avversari politici, degli immigrati e degli omosessuali;
- la circolazione all’interno dell’area neofascista di oggetti atti a offendere, coltelli, asce e mazze, ma con maggior frequenza anche di armi da sparo e di materiali esplodenti;
- l’accentuarsi dei rapporti con il sottobosco della criminalità comune.
Assai preoccupante, in ultimo, il crescere nelle scuole medie superiori, nei licei in particolare, delle adesioni alle liste studentesche che si ispirano esplicitamente al ventennio fascista. Alcune delle sigle che si sono presentate per l’elezione delle consulte provinciali studentesche, piccoli parlamentini biennali con tanto di fondi da gestire, si rifanno direttamente a formazioni maggiori: il Blocco studentesco alla Fiamma tricolore e Lotta studentesca a Forza nuova. In diverse città, in nome dell’“anticomunismo”, si sono anche realizzati accordi con Azione studentesca, emanazione di Alleanza nazionale.
Gli slogan più utilizzati “Mai più antifascismo” e “Sveglia, bastardi, la ricreazione è finita”. La sinistra ha denunciato in più occasioni come la crescita elettorale si sia accompagnata nelle scuole a intimidazioni e alla minaccia di ritorsioni nei confronti degli indecisi. Ma i successi, come a Roma, delle due sigle citate prima (Blocco studentesco e Lotta studentesca), diecimila i voti per la prima (il 23%) e seimila circa per la seconda, rappresentano un fatto su cui riflettere con molta attenzione.
Per ciò che riguarda Milano e la Lombardia va, invece, denunciato: - il permanere del tentativo da parte di Cuore nero di insediare a Milano un centro sociale di destra sul modello di alcune esperienze romane. Una sorta di “casa comune” di tutte le sigle del neofascismo. Come è noto, i promotori di questa operazione sono stati più volte condannati per violenze, istigazione all’odio razziale e spaccio di stupefacenti;
- i legami sempre più stretti tra esponenti neofascisti e frange della tifoseria ultras con l’intento di politicizzare le curve e utilizzarle come massa di manovra;
- l’intensificarsi di episodi di attacco nei confronti di moschee, macellerie e luoghi di ritrovo islamici, in particolare a Brescia e a Milano;
- il verificarsi di provocazioni antisemite, anche nel giorno della memoria (27 gennaio), con scritte a Varese e sulla sinagoga di Mantova;
- l’utilizzo della giornata istituita in ricordo delle vittime delle Foibe (10 febbraio) per manifestazioni neofasciste: a Monza e a Milano;
- episodi di razzismo, nei mesi scorsi, con tentativi di assalto nei confronti di insediamenti Rom: a Pavia, ma anche a Milano dove recentemente si è verificato il lancio di bottiglie molotov al campo di via Idro;
- il ripetersi di episodi ai danni delle lapidi.
L’Anpi e il Comitato Antifascista milanese, a fronte di questa situazione, si sono nei mesi scorsi recati ufficialmente sia dal Prefetto che dal Questore di Milano per denunciare la gravità della situazione e degli episodi avvenuti, sollevando anche l’allarme, all’origine poi nel settembre scorso dell’intervento da parte della Procura di Varese, circa la vicenda delle liste presentate in Lombardia e in Piemonte dal Movimento nazionalsocialista dei lavoratori, di chiara ispirazione nazista.
Sette arresti e 40 perquisizioni nei confronti degli appartenenti a un gruppo di naziskin inquisito per numerose aggressioni avvenute a Bologna tra il 2003 e il 2006. Ventisette gli indagati. Tra il materiale sequestrato pubblicazioni antisemite e razziste, ma anche alcune toppe con i simboli delle Ss da utilizzare nel corso di rituali a imitazione delle cerimonie naziste.
Quarantasette perquisizioni tra Varese, Milano, Lecco, Roma, Rieti, Vercelli e Piacenza, nei confronti di altrettanti dirigenti del Movimento azionalsocialista dei lavoratori, indagati per istigazione all’odio razziale, etnico e religioso. Tra il materiale sequestrato numerose le effigi naziste.
Nel corso delle indagini si è accertato lo svolgimento di cerimonie sul lago di Varese per celebrare il compleanno di Hitler. Acclarati anche i rapporti fra questo gruppo e alcuni esponenti di Alleanza nazionale, tra gli altri con il capogruppo in consiglio comunale di Busto Arsizio. Il movimento si era presentato con proprie liste elettorali in una decina di comuni del varesotto, del comasco e del novarese, eleggendo quattro consiglieri.
Undici arresti fra gli appartenenti al gruppo ultrà dei Bulldog. I reati contestati: associazione a delinquere, lesioni gravi e violenza privata. Il simbolo del gruppo: un fascio littorio stilizzato.
Arsenale con armi ed esplosivi ritrovato nell’abitazione di un naziskin nell’ambito delle indagini sul gruppo di Bologna.
Condanna a quattro anni per tre membri del gruppo ultrà dei Bulldog per l’aggressione il 23 febbraio a un giovane di sinistra.
Ritrovamento di armi da sparo e da taglio, anche di una mannaia, nel corso di sette perquisizioni ad altrettanti naziskin. Tra il materiale ritrovato giubbotti con il logo di alcune divisioni delle Waffen-Ss e t-shirt con scritte antisemite sovrastate dalla foto dell’ingresso del campo di Auschwitz.
Condanna a quattro anni e otto mesi per il giovane naziskin, Fabio Conato, che la sera del 9 giugno ferì con due coltellate al volto un volontario a Melzo durante una manifestazione organizzata da un centro giovanile.
Rinvio a giudizio per dieci esponenti di Forza Nuova, tra loro il segretario provinciale, arrestati la notte del 25 settembre mentre si accingevano a compiere un attentato a un centro sociale, progettando il sequestro del custode e l’incendio dei locali con nitro-diluente. Nel corso delle perquisizioni sono state ritrovate tre pistole a gas, baionette, pugnali e tirapugni. Il rinvio prevede l’aggravante di aver agito con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.
Condannati nove esponenti della Fiamma tricolore per “manifestazioni usuali del disciolto partito fascista” in occasione del corteo tenutosi a Milano l’11 marzo 2006. Tra loro Maurizio Boccacci e Piero Puschiavo membri della segreteria nazionale.
Richiesta di condanna a tre anni e dieci mesi di carcere per Massimo Natella, a un anno e sei mesi per Bruno Giannatasio, a un anno per Daniela De Vita, Bianca Cerrone, Clemente Ultimo e Lorella Parente, tutti esponenti di Forza nuova, per detenzione di ordigni incendiari nella stessa sede dell’organizzazione, costituzione di un’organizzazione con finalità antidemocratiche finalizzata alla ricostituzione del partito fascista, incitamento all’odio razziale. La sentenza è attesa per il prossimo 18 marzo. Il segretario provinciale di Forza nuova Livio Apicella e un suo collaboratore hanno già patteggiato la pena.
Arrestati due naziskin per duplice tentato omicidio e spaccio di stupefacenti, uno dei quali già legato al gruppo Blood and Honour.
La Corte di appello di Catania ha condannato a quattro anni e sei mesi Andrea Acquaviva, autore di una serie di attentati compiuti nel 2005 a Siracusa, tra l’altro alla sede della Cgil, alla redazione di alcune televisioni locali e all’ospedale Umberto I. La Corte ha riconosciuto all’imputato l’aggravante di aver agito a scopi terroristici. Acquaviva era stato candidato a sindaco di Siracusa per Forza nuova. Le azioni, per depistare, erano state rivendicate dai “Nuclei comunisti combattenti”, ma le indagini avevano accertato la responsabilità di Acquaviva.
Ventisette denunce per saluti romani e slogan razzisti nei confronti di alcuni fra i partecipanti dell’estrema destra ad un corteo non autorizzato, tenutosi il 19 gennaio, per le vie della città.
Arrestati venti estremisti di destra, tra loro alcuni dirigenti di Forza nuova, in gran parte ultras laziali, per spedizioni punitive nei confronti di altre tifoserie, l’irruzione con coltelli e bastoni, nel giugno 2007, a un concerto rock a Villa Ada (due i feriti), il tentato incendio a un campo nomadi, il 9 ottobre 2007, e infine l’assalto ad alcune caserme di polizia e dei carabinieri in occasione della morte di Gabriele Sandri l’11 novembre scorso. Tra i reati contestati: associazione a delinquere, devastazioni, lesioni, porto di oggetti atti ad offendere. Per coloro che presero parte agli scontri dell’11 novembre è stata fatta scattare l’aggravante del terrorismo. A uno degli arrestati è stata anche contestata la detenzione e lo spaccio di stupefacenti per il possesso di 400 grammi di hashish.
Quattro arresti per ripetuti atti di violenza a sfondo razziale commessi ai danni di appartenenti alla comunità filippina di Milano. Nei guai sono finiti anche dodici minorenni. I fatti risalgono alla metà del 2007, quando giovani filippini, che frequentavano la zona di piazza Prealpi e il parco di via dei Frassini, erano stati fatti oggetto di vere e proprie spedizioni punitive da parte di un consistente gruppo di italiani armati di coltelli, mazze da baseball e spranghe.