Il compagno Antonio Nicolussi presidente dell'ANPI di Thiene (Vicenza) presente alla riunione del Comitato Nazionale a Cervia, nel suo intervento ha pronunciato le testuali parole: “Cari compagni, il termine compagni, ahimé, sembra diradarsi sempre più e forse col tempo sarà abbandonato, solo qui nella vostra regione emiliano-romagnola lo sento pronunciare ancora con entusiasmo. Per questo mi sento in armonia con voi e questo mi dà carica”.
Sentite cosa scriveva Mario Rigoni Stern in una lettera inviata all'ANPI di Treviso: “Cari compagni, si, compagni perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare andare in disuso; esso deriva dal latino COMPANIS, che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno e ne condividono anche l'esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenza. Ecco, noi della Resistenza siamo compagni perché abbiamo diviso si, il pane quando la fame ci divorava, ma insieme abbiamo vissuto anche il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere”.
Hai ragione compagno Mario, quel becero fascismo che sconfiggemmo aveva abrogato con la violenza e l'imposizione questo nome, che risorse istintivo e prezioso in tutti noi nella sofferenza che ci unì nella lotta per la conquista della libertà. Dopo più di sessant'anni di lotta per il progresso civile e l'affermazione della democrazia, oggi, per responsabilità certamente complesse, ma facilmente individuabili, nel nostro Paese si evidenziano due tipi di fascismo: uno potremmo chiamarlo populista,che con furbesche sfumature democratiche ha raggiunto il diritto a governare questa nazione, politicamente in fase di stallo e con molta scarsezza e confusione nella testa di presunti e improvvisati politici delle opposizioni.
Gli uomini della destra di questo Governo e Parlamento Italiano, provenienti dalle radici del vecchio e becero fascismo Mussoliniano, sdoganati negli anni novanta, dal padrone di un inventato partito (Forza Italia) hanno dismesso i panni dell'assolutismo e della discriminazione razziale per inserirsi con l'aiuto dei tanti italiani senza memoria, legalmente nelle alte Istituzioni dello Stato.
Ora si stanno adoperando per ripulire dalla memoria, senza fare autocritica, le nefandezze di quel triste e tragico passato del quale furono gli orgogliosi difensori per oltre quarant'anni nel dopo guerra e si presentano al popolo italiano con indosso un bel vestito nuovo su cui è scritto Popolo delle Libertà, senza però dismettere il vecchio vestito che rimane a contatto di pelle.
Non c'è che dire, il venerabile maestro della Loggia segreta P.2 Licio Gelli, novantenne fascista di lunga data è riuscito grazie alla destrezza di uno dei suoi discepoli a realizzare e portare a termine il suo programma.
L'altro fascismo, anch'esso proveniente dalle stesse radici, quello violento, che nei trascorsi recenti trovava visibilità solo negli stadi, oggi dilaga indisturbato in tutta la penisola italiana, si chiama Forza Nuova, non nasconde la propria ideologia nazifascista e si manifesta, tollerato dalle Istituzioni che fanno capo al Governo, dando sfogo ai propri istinti, sia in chiave di propaganda del vecchio regime, che di aggressione ai diversi.
Oggi l'ANPI (Associazione nazionale Partigiani d'Italia) costituitosi a Roma con il D.L. 224 dell’aprile 1945, in virtù del suo passato riconosciuto come parte integrante delle Forze Armate che liberarono l'Italia, pensa giustamente di avere l'inderogabile dovere diritto di fare appello alla memoria affinché il popolo italiano ricordi il quarto di secolo di fascismo che portò la nazione alla tragedia ed al tracollo.
L'ANPI quindi fa opera di stimolo verso i partiti dell'area di Centro e Sinistra perché mettano in atto quei principi di unità e chiarezza che la Resistenza portò avanti nella lotta al fascismo mussoliniano e al nazismo invasore. C'è necessità di portare avanti politiche con principi ed obbiettivi di etica morale e civile, mettendo in risalto i dettati costituzionali che reggono il nostro sistema democratico.
La deleteria metamorfosi di questa società di false lusinghe, che tende a disarmare i cervelli, suscitando in loro interesse per principi individualistici e che aspira nuovamente ad avere un solo padrone volendolo distinguere dall'altro, va fermata. Se i partiti democratici legati alla Costituzione non sapranno avvalersi di persone di valore etico e morale per svolgere il compito che loro spetta, l'involuzione verso una società populista e servile procederà implacabile nella sua ascesa alla faziosità ed alla violenza.
L'ANPI, nei suoi impegni di sempre, si adopererà perché le giovani generazioni affrontino in modo consapevole e democratico le sfide che questa moderna società, così com'è, cerca di imporre. In questa sfida, dovrà essere posto in primo piano l'antifascismo come cemento che tiene saldamente legate tutte le forze vive della nazione, che vogliono ispirarsi al confronto e al dialogo rispettoso e costruttivo.
Ermenegildo Bugni
Segreteria Anpi Provinciale Bologna