Pianoro nel 1943, essendo nei pressi di Bologna, fungeva da rifugio per gli sfollati della città che a causa dei bombardamenti fuggivano nei paesi limitrofi e ritenuti più tranquilli. Con la caduta del governo Mussolini il 25 luglio si verificarono, come in tutta Italia, episodi di gioia con distruzione dei simboli del regime e nacque la speranza di una imminente fine della guerra.
Ma con il governo Badoglio tali aspettative svanirono e, come in altri parti del paese, i reggenti fascisti continuarono a mantenere le loro cariche per il governo del paese. Dopo l’8 settembre molti pianoresi entrarono nelle formazioni partigiane che cominciarono ad agire nell’appennino tosco-emiliano. Nei pressi di Pianoro si formò la 62.a brigata Camicie Rosse Garibaldi che operò nel territorio fra Pianoro, Monterenzio e Casoni di Romagna in seguito denominata Pampurio in onore del suo comandante Giancarlo Lelli caduto in combattimento a Sant’Anna di Monterenzio il 4 ottobre 1944 e al quale è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria.
Altri combatterono con la Brigata Stella Rossa che operò nei dintorni di Marzabotto, Monte Sole, infine vi furono anche militari pianoresi che dopo l’armistizio scelsero di entrare nelle formazioni partigiane dei territori dove prestavano servizio e dove sono caduti in combattimento, come nel bellunese i pianoresi: Renato Benassi, Floriano Beringari, Aldino Marchesi che sono ricordati nella lapide di Piazza Piloni a Belluno.
Con l’avanzata del fronte Pianoro divenne retrovia della linea Gotica e a causa della sua posizione sulla strada Statale della Futa, importante collegamento per il fronte, fu soggetta a continui bombardamenti aerei da parte degli alleati. Nel territorio non si svolsero, come ricorda Diana Sabbi Medaglia d’Argento al Valor Militare, importanti battaglie fra i partigiani e le forze nazi-fasciste ma vi furono azioni di disturbo e di sabotaggio. Queste azioni vengono riportate nel Bollettino CUMER.
Con l’arresto del fronte nell’inverno del 1944, dopo la conquista degli Alleati di Livergniano, le formazioni partigiani si sciolsero e in parte riuscirono ad attraversare il fonte per confluire nelle truppe alleate, in parte scesero nella pianura in vista di una futura sollevazione.