La 62a si forma nella tarda primavera del '44 sulle colline a sud di Bologna, lungo le valli dell'Idice, dello Zena e del Savena. Vi confluiscono giovani provenienti, oltre che dalla città, soprattutto da Pianoro, Loiano, Monterenzio. La base del gruppo che poi diventò la Compagnia comando era a Castelnuovo di Bisano, vicino al monte Bibele, oggi famoso per gli scavi archeologici.
La zona di operazioni andava dalla statale della Futa alla valle del Sillaro, confinando e talvolta sovrapponendosi con la zona controllata dalla "Stella rossa", la brigata di Mario Musolesi ("Lupo"), a ovest, e con quella controllata dalla 66a e dalla 36a a est.
Il suo primo comandante fu un ex-garibaldino di Spagna, Mario Bordoni ("Mariano"), che morirà in combattimento all'inizio di ottobre.
In giugno, dopo la costituzione a Bologna del CUMER, la brigata fu riorganizzata e rafforzata: assunse la denominazione di 62a Brigata Garibaldi "Camicie rosse" (a cui si aggiunse "Pampurio", nome di battaglia di uno dei suoi partigiani, ucciso dai tedeschi il 2 ottobre '44). Fu anche nominato un nuovo comandante, Luciano Proni ("Kid").
In seguito all'infittirsi dei rastrellamenti e degli attacchi dei tedeschi , la sede della brigata fu spostata sull'altipiano dei Casoni di Romagna, tra la valle dell'Idice e del Sillaro.
Molte le azioni compiute durante l'estate. Alla fine di settembre, col passaggio del fronte, dovette ritirarsi verso la pianura (nel frattempo si era fusa con la 66a) e disperdersi come brigata, mentre molti dei suoi componenti continuarono a combattere in varie formazioni fino alla Liberazione.
Anche il comandante Kid, ferito seriamente nei giorni della battaglia di Ca' di Guzzo, non appena riuscì a rimettersi in piedi, riprese la lotta trasferendosi in città. Ma verso la fine di ottobre, sorpreso e riconosciuto dai fascisti in una via di Bologna, fu ammazzato sul posto.
La brigata, inquadrata nella divisione "Bologna Montagna Lupo" ebbe seicentosettantuno uomini, cinquecentottantanove dei quali partigiani. I caduti furono ottentasei e ventisette i feriti.
Frequenti e intensi furono i contatti e i rapporti dei partigiani di San Lazzaro con la 62a, che era la formazione più vicina. Uno dei suoi primi gruppi si era collocato proprio sulle alture tra il Farneto e il Botteghino di Zocca, lungo lo Zena.