La legge istitutiva della giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo, decisa dal parlamento italiano nel marzo 2004, è la tipica rappresentazione di cosa voglia dire politicizzare strumentalmente vicende storiche dolorose poiché accoglie a pieno le interpretazioni degli ambienti delle organizzazioni dei profughi istriani e dalmati e degli ex collaborazionisti del nazifascismo.
Con questa legge lo stato italiano ha riconosciuto ufficialmente come "martiri dell'italianità" personaggi come le SS Ottocaro Krisa ed Ermanno Callegaris e tanti altri documentati, per esempio, nel libro della storica triestina Claudia Cernigoi : "Operazione FOIBE tra storia e mito" della casa editrice Kappa Vu.
Non sono in discussione, tutt'altro, la realtà delle foibe, né il fatto che ci siano stati eccessi e vendette personali, ma occorre necessariamente inquadrare gli avvenimenti nell'epoca in cui sono avvenuti e cioè a ridosso della fine dell'occupazione nazifascista della Yugoslavia che provocò dal 1941 al 1945.
Oltre 1 milione di morti su 15 milioni di abitanti e la devastazione del 90% del territorio yugoslavo.
La propaganda nazionalfascista, dal 1945 in poi, ha sostenuto che "migliaia di persone" sarebbero state "infoibate" e questa propaganda si è consolidata nella mentalità comune come fosse verità incontrovertibile nonostante non vi sia alcuna risultanza storica che confermi tali affermazioni.
Per parte nostra continuiamo a "pubblicare scritti" storici di storia della Resistenza partendo da fonti documentali rintracciabili che non pongono verità assolute, ma cercano di spiegare cosa sia stato il fenomeno Italiano ed Europeo della Resistenza al Nazifascismo e siamo doppiamente d'accordo con Sandi Volk quando dice di come
" la Resistenza sia stata anche lotta per il ribaltamento dei rapporti sociali e di potere tra le classi e non solo per abbattere il fascismo e liberare il paese dall'occupazione nazista. E che si trattava di una aspirazione del tutto legittima e condivisa da buona parte di coloro che hanno partecipato alla Resistenza… Perché altrimenti rimarremmo nel mito, in una storia morale, che non aiuta a capire né cosa sia stato il fascismo, né i termini dello scontro che si è svolto durante la Resistenza, ma anche all'interno di essa, e negli anni successivi alla fine della guerra".